martedì 8 marzo 2022

Sesso sfortunato o follie porno (2021)

L'ultimo lungometraggio del regista rumeno Radu Jude, è una ferocissima satira di come non se ne vedevano sullo schermo da molto tempo.
Nell'esplicito incipit del film, assistiamo ad un breve video porno amatoriale tra una donna e un uomo, immediatamente dopo veniamo catapultati nel primo dei tre capitoli del film intitolato "Strada a senso unico", dove seguiamo Emi, la donna protagonista del sex tape, fare varie commissioni per le strade di Bucarest, attraverso le sue accese telefonate scopriamo che il video porno è stato misteriosamente caricato in rete e che ora la donna, che è un'insegnante, rischia di essere licenziata dalla scuola in cui lavora. In questa prima parte, girata prevalentemente in esterni, la macchina da presa si sofferma sui particolari di Bucarest, dai manifesti nazionalisti, ai libri religiosi esposti in vetrina, dalle sale da gioco per adulti, ai giocattoli rosa shocking per bambine, dal caos del traffico condotto da volgari conducenti, per finire ai clienti in una farmacia che affermano le proprietà miracolose dell'incenso, perché «nessuno ha preso il COVID19 dal cucchiaio eucaristico»! Una serie di immagini ordinarie ma grottesche che preannunciano quello che sarà il tema centrale del film: l'osceno. La seconda parte intitolata "Breve dizionario di aneddoti, segni e meraviglie" è quella più sperimentale ed è caratterizzata da una serie di immagini, simbolicamente enunciate da parole in ordine alfabetico, che raccontano la storia, la cultura e i costumi della società rumena (e non) rivelandone tutte le sue contraddizioni, ipocrisie e aspetti più oscuri (i legami con il nazismo, gli orrori del colonialismo, la violenza sui bambini, i diritti delle lavoratrici calpestati e tanto altro). Dopo questo irriverente e feroce intermezzo, torniamo da Ema nell'ultimo capitolo del film intitolato "Prassi e allusioni", dal carattere più teatrale, dove vediamo la professoressa confrontarsi con la preside, gli insegnanti e i genitori dei suoi alunni in una sorta di tribunale stravagante. Quello a cui assistiamo è uno spettacolo impietoso, per non dire tragicomico, dove emerge tutta la prepotenza del nazionalismo, antisemitismo e sessismo della società rumena, Ema battezzata come "professoressa porno" viene continuamente insultata, derisa e accusata persino di sostenere una fantomatica propaganda ebraica per aver raccontato agli studenti dei massacri dell'esercito rumeno sul fronte orientale durante la Seconda Guerra Mondiale! (tematica che lo stesso regista ha affrontato più volte nella sua filmografia e trova la sua massima espressione in "I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians"). Radu in questi lunghi e pungenti dialoghi rivela le sue intenzioni, come ben afferma la critica Carmen Gray «getta il decoro nella spazzatura per rivelare l'ipocrisia dei potenti come la vera volgarità». Cosa è veramente osceno? Il sex-tape di una donna che pratica sesso non convenzionale con il suo compagno o la violenza intrisa nella società rumena?
Dopo vari scontri anche fisici, il film si conclude con tre finali, l'ultimo di questi è il più significativo, nonché il più sconvolgente ed esilarante, è quello dove vediamo Emi trasformarsi in Wonder Woman, un'immagine carica di tutta la cultura pop occidentale, che si fa duplicemente sovversiva, primo perché i primi fumetti sui supereroi furono creati dagli ebrei, secondo perché l'eroina è il frutto di un'invenzione femminista dello psicologo statunitense William Moulton Marston, ma c'è un'altra aggravante a rendere tutto così fottutamente provocatorio, l'eroina invece di essere armata con una spada, ha in mano un grosso dildo! Un fallo, simbolicamente legato al potere maschile, che ora Emi usa contro il patriarcato, per praticare forzatamente fellatio su tutti i presenti, zittendoli definitivamente! Un'assurdo e straniante rituale che sembra riecheggiare l'horror politico di "Society" e il sovversivo e reichiano cinema di Dušan Makavejev. Radu Jude ancora una volta, si conferma un autore geniale, straordinario, capace di restituirci il malessere della società contemporanea come pochissimi registi riescono a fare oggi. Il film ha vinto meritatamente l'Orso d'oro al Festival di Berlino.


Il film è disponibile in streaming su miocinema.it

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