giovedì 1 aprile 2021

La tenerezza del lupo (1973)

Film ispirato al caso del serial killer e cannibale tedesco Fritz Haarmann, lo stesso che ispirò "M.", il noto film di Firtz Lang. La sceneggiatura è stata scritta da Kurt Raab, che recita anche nei panni del serial killer. Da un articolo di CultFrame apprendiamo che nella biografia di Kurt Raab (intitolata "L’amore è più freddo della morte"), Rainer Werner Fassbinder decise di produrre il film solo alla condizione che a dirigerlo fosse stato Lommel e non Raab, decisione che secondo quest'ultimo, fu fatta per ripicca personale verso l'attore visto che in passato erano stati amanti. Ma al di là del "dispetto" psicologico di Fassbinder, il risultato è qualcosa di inaspettatamente toccante. Il film eredita quella freddezza, crudezza e interesse all'analisi "sociologica" che sono proprie del cinema di Fassbinder, ragioni per le quali si potrebbe definire praticamente l'antitesi del film di Lang: i crimini vengono mostrati in tutta la loro efferatezza, i corpi efebi delle giovani vittime completamente nudi e i rapporti omosessuali sfacciatamente in campo della scena. Non c'è alcun velo di "moralità" a diluire l'orrore, la compassione che matura (a condizione che nasca) verso Haarmann è un processo che non scende ad alcun compromesso con lo sguardo dello spettatore ed è certamente questo uno dei pregi della pellicola. Le atmosfere sono pressoché prive di pathos, i crimini si consumano in maniera così ordinaria che ne amplificano soltanto l'orrore e i personaggi che si muovono attorno al protagonista non sono meno "sporchi", partecipano indirettamente alla catena di montaggio dei suoi crimini, sfruttandolo attraverso la loro indifferenza, avidità e ingordigia (eh sì, si cibano anch'essi dei corpi macellati da Haarmann durante la notte). Quella di Ulli Lommel è una Germania i cui sensi vitali e morali sono completamente assopiti, non è un caso che il film sia stato ambientato nel 1945, appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. 
Un pellicola ostica e straniante, psicologicamente più disturbante di quanto ci si possa aspettare, per l'atmosfera decadente e silente mi ha ricordato il "Nosferatu" di Werner Herzog (che uscirà nei cinema 6 anni dopo). Buona la prova di Kurt Raab, che è riuscito a restituire quella morbosità e sofferenza che il ruolo richiedeva, il suo corpo solitario che si accascia spesso sul letto accompagnato dalle musiche di "Erbarme dich" di Bach, è un'immagine di indelebile memoria, così come il pianosequenza finale. Da scoprire.


Il film è disponibile in Blu-Ray nello store di Amazon, si tratta di un'edizione inglese della Arrow Video. 
I sottotitoli in italiano possono essere recuperati su opensubtitles.

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