lunedì 1 luglio 2024

The Devil's Bath - Il bagno del diavolo (2024)

Titolo originale: "Des Teufels Bad". Veronika Franz e Severin Fiala, i registi del bellissimo "Goodnight Mommy", tornano con un film ambizioso, con l'intento di aggiungere un'inedita e terrificante storia al ciclo dei drammi-horror d'epoca a sfondo religioso: il "suicidio per procura", un crimine documentato dalle ricerche della storica Kathy Stuart, che era comune nel XVII e XVIII secolo nell'Europa centrale e in Scandinavia. Era commesso prevalentemente da donne depresse con tendenze suicide, che temendo la "dannazione eterna" prevista per il peccato del suicidio nella religione cristiana, commettevano un omicidio, spesso un infanticidio, per poi consegnarsi alle autorità per essere giustiziate. In questo modo, diversamente dal suicidio, avevano una piccola possibilità di ottenere la confessione, l'eucaristia e l'esecuzione pubblica religiosa. E così ottenere anche la "salvezza" della loro anima. Il film, ambientato nell'Austria del XVIII secolo, segue le vicende di Agnes (Anja Plaschg) e Wolf (David Scheid), due novelli sposi e umili contadini, che hanno difficoltà ad avere un figlio. La motivazione di ciò, seppur non viene mai esplicitata, sembra essere l'omosessualità di Wolf che rifiuta continuamente il coito con Agnes. Le tensioni all'interno dell'abitazione cresceranno con le visite quotidiane della madre di Wolf (Maria Hofstätter), che imporrà ad Agnes la sua gestione domestica e le sue usanze. Agnes dall'animo fragile e malinconico ma fortemente religioso, cadrà lentamente in una profonda depressione che la porteranno ad isolarsi nella sua fede e nei suoi sensi di colpa. Tenterà di fuggire dal villaggio per tornare nella casa di sua madre e suo fratello, ma sarà costretta a tornare da Wolf per adempiere ai suoi doveri di moglie. Al suo rientro il suo stato mentale peggiorerà, portandola alla follia.
Il film ha il grande pregio di aver realizzato una ricostruzione storica impeccabile, che si percepisce immediatamente dalle incontaminate ambientazioni dei boschi e dalle casette in pietra, dai dettagli dei costumi e degli utensili d'epoca, tutto è catturato dal talentoso direttore della fotografia Martin Gschlacht ("Lourdes", "Goodnight Mommy", "Revanche"). Meno si potrebbe dire sul ritmo, lento per buona parte dello sviluppo degli eventi, che però si riscatta con un climax esplosivo nell'ultima mezz'ora, il cui merito è tutto nella toccante quanto disturbante performance di Anja Plasch, conosciuta al pubblico per il suo progetto musicale SOAP&SKIN, qui al suo primo ruolo da attrice protagonista e anche compositrice della colonna sonora. Ci restituisce un ritratto umano così disperato, estremo ed autentico, da non sorprendere che, come più volte ha dichiarato nelle interviste, ha avuto molto a che fare con la sua personale esperienza con la depressione. Meno convincente risulta invece la rappresentazione del contesto psicologico attorno al personaggio di Agnes, che rimane più sfumato perché trascurato, inficiando sulla completa riuscita del conflitto. Sembra che Veronika Franz e Severin Fiala si siano lasciati sfuggire una grande occasione, a causa di una scrittura un pò fiacca. "Il bagno del diavolo" è un film che malgrado nel suo complesso potrebbe lasciare una sensazione di incompletezza, risponde al nobile compito di far riemergere nel cinema una pagina oscura della storia umana mai raccontata. E se qualcuno avesse ancora dubbi che la religione genera mostri, allora questo film li scioglierà.

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