domenica 18 ottobre 2020

Windows (1980)

Unico film alla regia di Gordon Willis, che è conosciuto più per il suo lavoro come direttore della fotografia in moltissime pellicole hollywoodiane come quelle di Woody Allen e Francis Ford Coppola. "Windows" racconta un amore malato e ossessivo, ovvero un'oscura e perversa storia di stalking esercitato da una donna di nome Andrea, nei confronti della sua migliore amica Emily. Andrea è conscia dell'orientamento eterosessuale della sua amica, per questa ragione tenterà di "possederla" anonimamente attraverso azioni estreme che violeranno pesantemente la sua privacy e la sua persona. Il film si apre con una scena alquanto disturbante: lo stupro di Emily, messo in atto da un uomo che fa irruzione dentro la sua abitazione durante la notte, la scena è diretta e fotografata sublimemente in controluce, questa scelta accentua le ombre dei personaggi che non ci permettono di identificare i loro volti, ma al tempo stesso, attraverso gli spirali di luce che provengono dalla finestra dietro le loro sagome, ci permette di osservare gli occhi terrificati e in lacrime della protagonista. Contrariamente a ciò che si potrebbe aspettare da un film del genere, scopriremo quasi immediatamente che lo stupro è stato organizzato proprio da Andrea al fine di registrare i gemiti sessuali dell'amica in una cassetta per poterla riascoltare ossessivamente da sola nella sua casa. Il film per ovvie ragioni all'uscita nelle sale fu aspramente criticato e boicottato dalla comunità gay, che lo definì un film omofobo e promotore di stereotipi dannosi delle persone lesbiche. Anche il noto critico cinematografico David Denby non fu altrettanto gentile e dichiarò che "Windows esiste solo nelle fantasie perverse degli uomini che odiano così tanto le lesbiche da inventare qualsiasi idiozia per calunniarle". Queste critiche forse avevano ragione di esistere all'epoca quando l'omosessualità non era stata ancora derubricata dall'OMS come patologia mentale, ma guardando il film oggi appaiono del tutto fuori luogo ed estremamente superficiali, perché il film non rappresenta alcun amore lesbico, ma si concentra, esclusivamente e con onestà, sulle turbe mentali di una donna senza mai giudicarla, portandoci ad un finale dolorosissimo, inquietante e liberatorio nel quale le due donne si scontreranno in un faccia a faccia ed il "mostro" Andrea si rivelerà in tutta la sua vulnerabilità: una donna inghiottita soltanto dalla solitudine della sua malattia, un'ombra più grande di lei, che suscita una sottile e sincera compassione negli occhi di Emily. C'è molta sofferenza nel suo ritratto e l'interpretazione di Elizabeth Ashley convince. La sensazione che si ha a post-visione è che Gordon Wills abbia girato un film originale e ambizioso, tecnicamente impeccabile, con degli espedienti visivi accattivanti (uno fra tutti il gatto morto nel congelatore), ma debole nel ritmo e nel gestire la suspense attorno alla parte investigativa. Anche la direzione degli attori secondari non è del tutto riuscita, in primis quella del detective interpretato da un inespressivo Jospeh Cortese. In conclusiva, "Windows" è un film imperfetto ma meritevole di visione, che fa delle sue ombre espressioniste e della sua antagonista i suoi punti di forza.

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