sabato 11 aprile 2020

La jeune fille sans mains (2016)

«A volte mi sentivo come se fossi la mia eroina, i miei mezzi erano così limitati»
Sébastien Laudenbac

Questo film d'animazione ha una storia sofferta. Inizialmente era un progetto diverso e molto più grande, la cui preparazione durò 7 anni, ma che il regista e i suoi collaboratori dovettero abbandonare a causa dei finanziamenti insufficienti. Laudenbach, anni dopo, decise di ritornare sul progetto ma cambiandolo radicalmente nella forma, limitandone così i costi. Si dice che i grandi artisti siano quelli che riescono a produrre grandi opere con i mezzi più poveri, Laudenbach allora ne è la prova vivente, perché questo film d'animazione, ispirato all'omonima fiaba dei fratelli Grimm, è una meravigliosa perla rara. La particolarità delle animazioni del film è che sono caratterizzate da semplici linee, pellennate e macchie di colore che muovendosi, quasi danzando, danno forma ai tratti e alle espressioni dei personaggi, su uno sfondo di carta la cui texture è simile a un papiro. Questa scelta non è casuale, visto che il papiro si ricava proprio da una pianta acquatica (principalmente del Nilo) e il fiume è l'elemento chiave del film, quello "salvifico" e che lega i protagonisti della fiaba. L'estrema sintesi della forma è così avvincente ed equilibrata che non ne pregiudica affatto i fini espressivi, tant'è che ne potenzia persino il coinvolgimento emozionale, proprio perché lo spettatore è teso a completare anche "mentalmente" le forme, stimolando, inconsciamente, il proprio immaginario interiore. Il film riesce davvero a ricostruire atmosfere arcaiche e inquietanti, la figura spettrale e metamorfica del Diavolo, ad esempio, è formalmente appena abbozzata, ma riesce ad essere una delle rappresentazioni più disturbanti mai viste in un film. Anche il sonoro è particolarmente curato, c'è una dettagliata rappresentazione dei rumori naturali e un ottimo doppiaggio francese. Le musiche sono composte da Olivier Mellano, che aveva già collaborato in passato con il regista in due cortometraggi, il compositore racconta così questa collaborazione: «abbiamo questo modo di lavorare insieme molto istintivo, molto leggero e abbastanza crudo», infatti la colonna sonora è minimalista e utilizza prevalentemente lo strumento della chitarra, la canzone finale "Wild Girl" è composta e scritta dallo stesso regista. Il finale fiabesco nella sua semplicità è toccante, e si dirige inaspettatamente verso la trascendenza. Il genio visionario di Sébastien Laudenbac anche se meno riconosciuto in termini di popolarità rispetto all'animatore francese Michael Dudok de Wit (La Tortue Rouge), è altrettanto straordinario. E se non l'avete ancora scoperto, questo è il momento giusto per farlo.


Il film sfortunatamente non è disponibile in home video in Italia, però è acquistabile qui nella sua edizione americana, per quanto riguarda i sottotitoli in italiano potete trovarli su questo link.

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