martedì 13 dicembre 2022

Le margheritine (1966)

Incipit pazzesco: immagini di repertorio degli aerei della US. Navy che sganciano bombe sul Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale, successivamente due ragazze in costume da bagno si scambiano battute parlando e muovendosi meccanicamente come burattini, affermano che il mondo è cattivo e perverso ed è il caso che lo diventino anche loro. Dopo vedremo una delle ragazze prendere una mela dall'Albero della conoscenza del Bene e del Male e immediatamente verranno entrambe catapultate in un appartamento, le ragazze cominceranno ad organizzare appuntamenti con dei "sugar daddy", ad instaurare relazioni sentimentali con i loro ammiratori per richiedere cibo e a combinare una serie di scherzi e malefatte che, in ultima analisi, non riusciranno a renderle abbastanza perverse quanto i dettami della società patriarcale.
Visivamente vivace nella cromia, brillante per l'inventiva scenica e giocoso nel montaggio, ha un'estetica che ricorda il miglior cinema di Agnès Varda, ma è estremamente sovversivo nei contenuti, è una non tanta velata provocazione liberale e consumistica diretta ai Paesi socialisti dell'ex URSS, intenzioni artistiche che ho trovato vicine al cinema più sovversivo e satirico di Dušan Makavejev. Non sorprende che alla sua uscita fu bandito dal Partito Comunista Cecoslovacco per "gli sprechi" rappresentati in riferimento alle scene del cibo e fu proibito alla regista Vera Chytilová di lavorare ad altri film fino al 1975. Il film nonostante le critiche, ricevette il Grand Prix del Sindacato belga della critica cinematografica. Rimane ancora oggi un'opera fresca e moderna, nonché una delle provocazioni più belle e audaci della storia del cinema. La nota rivista cinematografica britannica Sight & Sound l'ha inserito nella lista dei 100 più grandi film di tutti i tempi.


«Il mio film ceco preferito, una delle esplosioni stilistiche e psichedeliche più esilaranti degli anni '60, è l'aggressiva farsa femminista di Vera Chytilová in "Daisies", che esplode in tutte le direzioni. In qualsiasi momento, le inquadrature possono passare dal colore intenso al bianco e nero, al seppia, a una successione arcobaleno di filtri colorati, frantumarsi in frammenti come vetri rotti, vibrare attraverso montaggi a fuoco rapido come raffiche di mitragliatrice e saltare liberamente tra tempi e luoghi» 
Jonathan Rosenbaum (M. The Critic Choise's

«Riesce ad essere allo stesso tempo viscerale e astratto, giocoso e selvaggio, intellettuale e infantile... Il film nel suo insieme è un assalto implacabile - contro le convenzioni e le forme cinematografiche e il ​​cinema stesso, contro le norme e le regole sociali e la società stessa, e infine contro lo spettatore. Questo assalto è violentemente nichilista, ma è anche assolutamente gioioso e gioioso: un'esplosione di affetto, in cui condivido mentre guardo» 
Steven Shaviro (The Pinocchio Theory)

«Un'esplosione dadaista e folle, un film che rappresenta la New Wave ceca nella sua forma più formalmente radicale ed eccentricamente accattivante... Chytilová assicura che qualcosa di inaspettato accada praticamente in ogni scena montata, giustapponendo immagini con suoni dissonanti, cambiando bruscamente i filtri colore all'interno delle scene e frammentando molte sequenze attraverso un montaggio immotivato.» 
Michael Koresky (CRITERION)

Il film può essere visionato in streaming sottotitolato in inglese qui su YouTube.

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