mercoledì 16 febbraio 2022

Wet Dreams - Sogni bagnati (1974)

Film composto da tredici episodi diretti da nove registi, tutti incentrati sul tema dell'eros nei sogni. Gli episodi sono per lo più porno sperimentali, alcuni più riusciti di altri, nel complesso rimane un'opera interessante, con alti e bassi bilanciati. Di seguito analizzerò i singoli episodi, evidenziandone pregi e difetti: 
DREAM 1: "The Plumber" di Lee Kraft. È un corto comico che si ispira al cinema muto, non a caso il protagonista è un idraulico vestito da Charlot, ma molto meno pudico di lui, lo vedremo avere rapporti sessuali con la padrona della casa che lo ha incaricato e con la sua cameriera. Alla fine l'idraulico deruberà la padrona per fuggire con la cameriera e iniziare una nuova vita. Simpatico nelle intenzioni antiborghesi, ma sciatto nell'espressione. 
DREAM 2: "Deep Skin" di Max Fischer. Episodio caratterizzato dalle sequenze di dettagli anatomici, fondamentalmente lingua e genitali dei corpi nudi di due amanti. Inizialmente appare suggestivo nella forma, ma a conclusione si lascia dimenticare, non è incisivo e pertinente con lo spirito della tematica.
DREAM 3: "Another Wet Dream" di Jens Jørgen Thorsen. È l'episodio più narrativo del film, ma non meno originale, seguiamo le vicende di un operaio che si innamora di una cameriera e non ha il coraggio di dichiararsi. Tenterà di dimenticarla, ma verrà ossessionato da appassionanti sogni erotici su di lei che stempererà con la masturbazione, ben presto scopriremo che anche la cameriera prova gli stessi sentimenti per l'operaio e la vedremo nella sua casa a masturbarsi con uno spazzolino elettrico per cercare di dimenticarlo! Alla fine ci sarà un lieto fine, inaspettato, dove l'incontro sessuale tra i due genererà una catarsi, provocando il superamento del desiderio. Divertente ma profondo.
DREAM 4: "Contrasts" di Max Fischer e Lee Kraft. Quattro coppie, di diverso orientamento sessuale e colore della pelle sono in uno sfondo completamente bianco e si stimolano sessualmente. I contrasti delle loro differenze si dileguano con la sincronicità del loro movimenti. Un corto delicato nel suo erotismo e che proclama intelligentemente l'eguaglianza.
DREAM 5: "The Private World of Hans Kanters" di Hans Kanters. Il corto è composto da una serie di dettagli sui quadri erotici dello stesso regista, noto pittore olandese, sotto le gravi musiche di "O fortuna" di Carl Orff. Il predominio delle figure falliche nei quadri evidenza il dominio maschile nel mondo, in un'atmosfera infernale che ricorda le opere di Bosch. Potente.
DREAM 6: "Flames" di Heathcote Williams. Un uomo tinto di blu su uno sfondo rosso infernale, inghiotte una fiamma che espelle attraverso un peto esplosivo. Per un'idea così bizzarra, la resa è suggestiva, ma manca l'eros!
DREAM 7: "Politfuck" di Sam Rotterdam. Una coppia intreccia le lingue come fosse una battaglia. Sam Rotterdam è in realtà lo pseudonimo di Dušan Makavejev e non è certo quello a cui siamo abituati dal regista serbo, qui la sua metafora politica è debole, è un lavoro appena abbozzato e il risultato è sciatto e banale. Deludente.
DREAM 8: "Dragirama" di Oscar Gigard. Si tratta di un piccolo corto di animazione in cui dei falli antropomorfi si aggirano in un paesaggio in continua metamorfosi. Tra le immagini più memorabili quella di una bandiera fallica che viene sorretta da un uomo che si rivela incapace di mantenere un'erezione e quella dove un uomo è crocifisso sul corpo nudo di una donna. È il corto più sovversivo del film, dove la critica socio-politica è prepotente ed efficace.
DREAM 9: "A Face" di Max Fischer. Breve episodio caratterizzato da una ragazza che, stimolata oralmente, raggiunge l'orgasmo. Completamente inutile!
DREAM 10"The Happy Necrophiliacs" di Lasse Braun. Siamo ad Amsterdam e due donne molestano un giovane turista statunitense che catturano e portano a letto, convincendolo a fare sesso con loro, ma lui durante l'orgasmo morirà. È uno degli episodi peggiori, vorrebbe essere oltraggioso ma cade inevitabilmente nel ridicolo.
DREAM 11: "The Banner" di Lee Kraft. Brevissimo ma originale episodio in cui un'orgia di corpi dipinti vanno a comporre una bandiera statunitense. Una glorificazione al nazionalismo o al conformismo?
DREAM 12: "The Janitor" di Nicholas Ray. È uno dei corti più provocatori, mostra un uomo delle pulizie che rassetta un set cinematografico dove viene proiettato un film in cui un predicatore incita il pubblico ad abbandonarsi ad un'orgia. Nel finale l'uomo delle pulizie distruggerà lo schermo. Un incubo perfettamente incorniciato.
DREAM 13: "On a Sunday Afternoon" di Geert Koolman. Poetico e minimale è uno degli episodi migliori e aggiungo il mio preferito, è composto da una sola inquadratura che mostra un fantasmagorico lenzuolo, gradualmente rivela nascondere l'amplesso di una giovane coppia, i cui corpi alla fine del loro rapporto si elevano verso il cielo, uscendo dal campo filmico. Le musiche di Beethoven accompagnano l'intero episodio con grazia.

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