lunedì 21 dicembre 2020

"Sul significato" intervista a Jessica Hausner


Questa interessante intervista è stata fatta a Jessica Hausner dalla Cine-Fils.com, nel Dicembre del 2009. Può essere visionata in lingua originale qui, su YouTube. Di seguito riporto la traduzione in italiano (ringrazio per l'aiuto Viola):

Le sue immagini sobrie lasciano molto spazio al significato, perché non è solo l'effettivo visibile che viene raffigurato, ma anche gli eventi che accadono sotto la superficie. Un'invisibilità che sfida il pubblico. Jessica Hausner ha parlato con noi dello sviluppo delle immagini e del loro significato.
 
Sulle IMMAGINI e il SIGNIFICATO 

Ho sempre l'impressione che il film come mezzo abbia davvero poteri magici, perché l'inesprimibile accade senza essere espresso o potersi esprimere. Perché il cinema ha a che fare con l'inesprimibile. E le immagini hanno la capacità attraverso i mezzi visivi, l'atmosfera e l'immagine stessa di mostrare qualcosa che sfugge all'interpretazione e alla definizione. Mentre con il linguaggio si nominano le cose e nominandole si inizia a interpretarle e ad applicarvi delle etichette. Per me è una gioia tornare alla fase pre-linguistica e guardare a una situazione senza poterle dare un nome. 

IL CINEMA solleva interrogativi con le IMMAGINI e con l'INVISIBILITÀ

Per quanto paradossale possa essere, l'invisibilità gioca un ruolo importante per me, poiché il film di solito si occupa di visibilità. E mi interessa mostrare la superficie visibile di qualcosa senza necessariamente definirne il significato. Certo, non appena monti una telecamera e dai un dialogo agli attori, generi un significato, è chiaro, ma allo stesso tempo mi piace avere una visione d'osservazione nel raccontare la storia e rappresentare un po' di realtà senza dare, allo stesso tempo, l'interpretazione. Questo fa sì che le persone si chiedano cosa sta succedendo e dove questo sta portando. Di conseguenza, sorge immediatamente la domanda su cosa c'è dietro le immagini. Ed è questo che è interessante, mostrare un evento senza spiegarlo. E come spettatore comincio a chiedermi: cosa c'è dietro a tutto questo, cosa è successo all'interno del personaggio, perché si è comportato così, perché è successo a lui, perché la storia è così? 

Come sollevare DOMANDE attraverso le IMMAGINI 

Le mie decisioni si basano sul principio: "meno è meglio" e applico il rasoio di Occam. I miei copioni di solito sono così minimalisti che le persone mi chiedono: "Di cosa si tratta? Non è niente!" "Non contiene niente." Questa è la frase che di solito mi viene detta. Vogliono sempre più dettagli e scene per capire meglio il personaggio. Ma mi rifiuto fermamente di farlo e così inizio a disegnare il mio storyboard. Lo storyboard è per me il punto in cui il film inizia ad essere un film. Perché è qui che cerco di trovare le immagini corrette. Questo è un lungo processo in cui disegno immagini e schizzi, mi vengono in mente idee, ricomincio da capo, inizio dalla fine o nel mezzo finché non trovo un punto di partenza e una scena in cui so che deve assomigliare a questo e quello. 

Come possono i film STIMOLARE il loro PUBBLICO

Ci sono certamente modi cinematografici per accendere il cervello. Per esempio discostarsi dal totale ermetismo dello schermo e dichiarare all'interno del film che si tratta di un film, di un artificio. "Non devi credere a tutto quello che vedi, devi pensare con la tua testa." Questo in un certo senso è sempre incorporato nello stile di un film. Già optando per un certo, chiaro stile, uno stile che è percepito come tale, ti dirigi in una direzione dove non ti limiti solo a raccontare una storia che ti trasporta in un altro mondo che è totalmente coerente con se stesso. Questo significherebbe che non ci sarebbero domande alla fine. Ma se fai un film con dei buchi, un film che non guida sempre il pubblico, allora il pubblico deve farsi la propria opinione. Alcuni credono sia noioso, a me invece piace sempre. Al cinema mi piace essere sfidata a pensare con la mia testa. 

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