sabato 16 marzo 2013

Io e te (2012)

Lorenzo è un ragazzo di 14 anni che secondo il suo psicologo è affetto da un disturbo narcisistico di personalità che lo porta ad isolarsi e ad non avere empatia verso gli altri. Quando arriverà la settimana bianca, Lorenzo fingerà di partire con la sua classe per rifugiarsi solo nella cantina di casa sua con una scorta di viveri, un formicaio e un libro sui vampiri. La tranquilla solitudine del suo rifugio verrà però ostacolata dall'arrivo di Olivia, la sua sorellastra che non vede da molti anni. Olivia è una tossicodipendente in crisi di astinenza e metterà in crisi il piano di Lorenzo.
La storia è tratta dall'omonimo libro di Niccolò Ammaniti, che personalmente non ho letto e non ho intenzione di farlo. Quello che infatti colpisce dell'ultima opera di Bernardo Bertolucci non è la sua storia, che non colpisce di sicuro per l'originalità, ma è la capacità della macchina da presa di osservare e catturare la naturalezza i due corpi chiusi nella cantina di Jacopo Olmo Antinori (Lorenzo) e Tea Falco (Olivia). I due attori sembra che non si limitino solo ad interpretare i loro personaggi, ma a viverli. Più i minuti della pellicola scorrono, più i due si schiudono, si sfiorano, si toccano, si aggrediscono, si ravvicinano e si legano. È un processo straordinario che avviene senza che lo spettatore se ne renda conto. La fotografia di Fabio Cianchetti gioca con i contrasti tra la luce fioca e calda delle lampade e le ombre nette e profonde della cantina, dando ai volti dei personaggi una deformazione tale da accentuare la loro instabilità e la loro ricerca di calore umano.
Quella cantina diviene un luogo senza tempo, dove due anime ribelle cominciano a scoprire dei valori confrontando le loro storie, è una rottura al tempo frenetico della società. La metafora del formicaio che viene accidentalmente distrutto durante lo scontro tra Olivia e Lorenzo, diviene esemplificativo per descrivere questa rottura, disastrosa, ma necessaria per la conquista della libertà.
Colpisce Olivia, quando ripresa dall'astinenza, comincia a parlare del suo lavoro fotografico (che è quello della vera Tea Falco) in cui sottolinea la sua necessità di eliminare ogni punto di vista per ritrovare quell'armonia, solidarietà, che è il fondamento del legame umano.
Un'ultima cena e un ballo d'addio sotto le note di "Ragazzo solo, ragazza sola" di David Bowie, ci regalano uno dei momenti più intensi del film. Segue l'ultimo pianosequenza del film (di cui non rivelo il risvolto narrativo per i lettori), girato appena dopo l'ora blu dell'alba, che si conclude con un zoom sul viso di Jacopo/Lorenzo rivelando una luce diversa nei suoi occhi e nel suo sorriso. Una scelta stilistica che non può che ricondurci direttamente al volto finale di Antoine Doinel ne "I 400 Colpi" di François Truffaut, ma che non soffre di un meccanico citazionismo intellettuale (come le numerose citazioni alla Nuovelle Vague in "The Dreamers") perché oltre che essere una scelta necessaria al percorso interiore del protagonista, è una scelta guidata da un profondo senso di devozione rispetto a quei valori cinematografici che hanno inaugurato il cinema d'autore e che inevitabilmente devono continuare a rivivere, a risplendere in altri film, in altre storie moderne, oggi. "Io e Te" è sicuramente una piccola e luccicante perla del cinema italiano, che ci accompagna in un nuovo e luminoso cammino con Bertolucci.


Il film in Italia è disponibile in DVD, ma non in BLU-RAY, tuttavia se siete interessati a quest'ultimo esiste una notevole edizione dell'Artificial Eye. Può anche essere visionato in streaming su Prime Video.

5 commenti:

  1. per me una delle cose migliori del cinema italiano degli ultimi tempi.
    e ciò la dice lunga sullo stato del cinema italiano attuale, visto che non è certo un capolavoro e come tu sottolinei narrativamente è davvero deboluccio e poco originale.
    comunque ci si può accontentare...

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  2. non posso dire di aver visto molti film italiani negli ultimi tempi, ma sinceramente vedendo recentemente "Reality" di Garrone, ho capito che è ancora possibile fare film di enorme spessore. Non so se un giorno avrò il coraggio di parlare di quel film, perchè mi ha davvero spiazzato come pochi.

    "Io e te" effettivamente non è un film gigante, ma ha la grazia di un film onesto.

    In generale non sarei così prevenuto sulla qualità del cinema italiano, pur riconoscendo come te che è sempre raro trovare dei film davvero rilevanti. Purtroppo non c'è il coraggio di opporsi ad un sistema finanziario sempre più stretto alle sue cerchie e soprattutto cieco di fronte alle novità. Parlo di coraggio perchè in fondo l'arte non ha bisogno di aspettare teorie economiche e sociali per sopravvivere. E' chiaro che in Italia c'è una specie di sonno che ormai perdura da più di vent'anni e che per molti artisti di grande spessore è stato anche uno strumento per metter su radici in poltrona. Io me la prendo unicamente con le nuove generazioni, perchè è inutile aspettare che le radici si spezzino da sole.
    Scusa per lo sproloquio, ma effettivamente è un argomento interessante!

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  3. quando esci dal cinema Lorenzo e Olivia ti sembrano due che forse hai sfiorato nella vita e BB ce li ha fatti conoscere un po' di più, ed è importante conoscerli meglio.
    fosse anche solo per questo il film di BB è necessario.

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  4. Mi hanno intrappolato con questo giochetto del Liebster Award e ho deciso di aggiudicarne uno anche a te! Spero tu non te la prenda ;) Ciao.

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