lunedì 15 aprile 2024

20 Days in Mariupol (2023)

Il 24 febbraio 2022 le Forza armate della Federazione Russa iniziarono ad invadere tutta l'Ucraina, Mariupol fu una delle prima città ad essere assediate. Come racconterà il regista Mstyslav Chernov al DW News, lui, il fotoreporter Yevhen Maloletka e la produttrice produttrice Vasylyna Stepanenko, furono gli unici giornalisti internazionali dell'AP che decisero di rimanere nella città per documentare le atrocità che l'esercito russo stava commettendo contro i civili ucraini, rimasero per venti giorni lottando per la loro sopravvivenza e alla fine con dispiacere furono costretti ad andarsene per ragioni di sicurezza. Il materiale girato in quei giorni ha dato vita a questo documentario della durata di 97 minuti e diviso in 20 capitoli che corrispondo ai giorni delle riprese, nato con la collaborazione del programma Frontline prodotto dall'emittente televisiva PBS. È una visione sconvolgente, che con le sue riprese a mano immergere lo spettatore con crudo realismo nelle tragiche vicende, facendolo sprofondare nell'orrore della guerra come pochissimi documentari siano mai riusciti a fare. Lo scopo del regista non era solo filmare il conflitto, ma testimoniare la sofferenza delle persone, perciò la telecamera si sofferma sulle reazioni emotive delle famiglie che perdono i loro figli, dei bambini in lacrime che in pochi giorni si son visti strappare la loro vita, dei dottori e degli infermieri che tentano di fare di tutto per aiutare i malati negli ospedali rimasti senza energia elettrica e risorse mediche, delle persone che vengono saccheggiate delle loro proprietà e di quelle che vagano come spettri e senza meta per la città distrutta dopo aver perso le loro case e tutto ciò che gli apparteneva. Ma il culmine delle atrocità arriva il 9 Marzo, giorno 14, quando l'esercito russo bombarda l'ospedale pediatrico Mariupol, un'azione genocida che lascia inermi dal dolore. Secondo un rapporto dell'Human Rights Watch si stima che almeno 8.034 persone abbiamo perso la vita a Mariupol, le autorità ucraine hanno dichiarano 25.000 morti nel conflitto e circa 7.000 civili uccisi sotto le macerie delle loro case a causa dei bombardamenti, le statistiche dei funzionari ucraini sostengono che il 90% degli edifici residenziali della città sono andati distrutti.
"20 Days in Mariupol" è difficile da descrivere e di più guardarlo, è l'inquietante testimonianza di come in breve tempo un qualsiasi paese europeo possa trasformarsi in macerie, è un film che va affrontato perché mai come in questo momento di grande crisi globale abbiamo bisogno di condannare e allontanare la guerra. Il film ha ricevuto molteplici riconoscimenti nel 2024, tra cui il premio Oscar come migliore documentario, il premio BAFTA per il miglior documentario e un DGA Award per la miglior regia in un documentario. Il film è stato proiettato anche all'inizio della 78ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.


Ci siamo sentiti in colpa per essere andati via. Sentivamo di dover fare di più. E allora è nata l'idea di fare un film.  Perché quando la gente guarda il telegiornale, vede trenta secondi o forse un minuto, un minuto e mezzo. E questi sono solo pezzi, non hanno un quadro completo. E il film fornisce il contesto,  permette di comprendere la portata della distruzione, la portata della sofferenza, attraverso la quale sono passati gli ucraini e gli abitanti di Mariupol. Quando parlo al pubblico, dico sempre che avete visto venti giorni, ma c'è stato un ventunesimo, un ventiduesimo, un trentesimo e un novantesimo giorno.

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