martedì 9 maggio 2023

Passioni proibite (1995)

Titolo originale: Lust och fägring stor. Ultimo lungometraggio del regista svedese Bo Widerberg, due anni prima di morire l'1 Maggio del 1997 a causa di un cancro allo stomaco. Il film si apre con le note drammatiche di "Lascia ch'io pianga" di Händel che accompagnano le didascalie di un "Trattato sulla copulazione", il testo spiega che a seguito dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari «la natura sollecita entrambi i sessi all'unione che diventa istintiva.» In seguito siamo nel 1943, in una scuola della cittadina svedese di Malmö, dove nasce una relazione passionale tra Viola, un'insegnante, e Stig, un alunno 15enne. L'insegnante è interpretata da Marika Lagercrantz, mentre l'alunno da Johan Widerberg, il figlio del regista all'epoca 21enne. La prima parte del film si concentra sulle forti sensazioni attrattive che sentono i due protagonisti nei loro incontri e contatti, le scene sono rappresentate magistralmente da una regia che cattura ogni dettaglio e sfumatura delle loro azioni, gesti, sguardi, spesso accompagnandoli poeticamente col brano di Händel, già annunciato dal prologo. La scelta di questo brano non è causale, non solo rompe la quotidianità dei due protagonisti introducendo una dimensione del tutto nuova alle loro vite, ma il suo significato profetizza già il peso di una tragedia che sappiamo inevitabile in una relazione come questa. Nel secondo tempo il film si concentra sulla costellazione famigliare dei due personaggi, emerge fra tutti la figura di Kjell (Tomas von Brömssen), il marito di Viola, un uomo gravemente alcolizzato che non riesce a distaccarsi dalla moglie nonostante la loro relazione sia in grave crisi da anni. Stig più conosce Viola, più si sente lontano dal suo mondo, così finisce per instaurare una relazione sentimentale con Lisbet (Karin Huldt), una sua coetanea. Viola comprendendo di non essere più importante per Stig decide di vendicarsi.
Nonostante il film soffra nella seconda parte a causa della sua prolissità e della poco incisiva scrittura dei dialoghi, sopratutto per gli scambi tra Stig e Kjell, rimane una delle opere più interessanti di Widberg, se non la più dolorosa della sua filmografia. Oltre l'apparenza di un racconto di formazione, c'è un film che parla amaramente della fugacità dell'esistenza e dell'ineluttabile deteriorarsi dei sentimenti umani, quali l'amore. Il film si aggiudicò l'Orso d'Argento al Festival di Berlino del 96'.


Ho prodotto i sottotitoli in italiano compatibili con la versione Blu-Ray che potete scaricare qui.

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