domenica 23 ottobre 2022

Je vous salue Marie (1985)

Una delle massime di Jean-Luc Godard, probabilmente il suo film più poetico ed eretico. All'uscita fu vituperato dai cattolici: Giovanni Paolo II il 4 maggio 1985 presidiò un rosario di espiazione e la pellicola fu sequestrata in diverse città italiane come Pesaro, Cuneo e Rimini. Nel resto del mondo non subì un trattamento diverso, In Francia all'anteprima di Versailles i cattolici organizzarono proteste che condussero al divieto di proiezione sul territorio municipale. In USA le proteste riuscirono a bloccare l'uscita del film all'infuori di New York. In Brasile lo stesso Presidente della Repubblica vietò il film. Anche alcuni situazionisti non gradirono il film, tanto che un certo Noël Godin, all'anteprima del successivo film di Godard, buttò una torta in faccia al regista in segno di protesta perché a detta sua era passato dalla parte del "nemico". In effetti, malgrado le polemiche "Je vous salue Marie" non è affatto un film antireligioso, ma un'opera che omaggia il mistero della fede, attualizzando la figura della Vergine Maria e portandola in una dimensione più umana: ispeziona i suoi turbamenti interiori, la suo rapporto con il corpo e la carnalità, il suo amore casto con Giuseppe, il suo controverso rapporto con il figlio Gesù e l'integrità della sua fede. Formalmente severo nel suo minimalismo: inquadrature fisse con composizioni regolari, gli attori vi si muovono all'interno quasi meccanicamente seguendo una coreografia, la gamma delle loro espressioni è ridotta al minimo in un set scarno, il montaggio è spesso brusco, il sound design sgrammaticato (onnipresenti parti di tracce di Bach e Dvořák), sono tutti elementi che disorientano lo spettatore ma che perseguono un'estetica antinaturalista, aprendo le porte al trascendente. Di fatti non vi sono espedienti sovrannaturali nonostante la forte componente mistica della storia, tutto si affida alla rappresentazione materiale della vita quotidiana (ad esempio, l'arcangelo Gabriele è interpretato da un uomo in giacca e cravatta che misteriosamente appare), spesso le immagini di paesaggi ed elementi della natura come cielo, nuvole, fiori, insetti e ragnatele si alternano al montaggio, in chiave simbolica, donando all'opera una bellezza primigenia. Un film unico e memorabile nella filmografia del regista, che giustamente fu premiato alla Berlinale dalla Giuria Ecumenica.


«Ferisce profondamente i sentimenti religiosi dei credenti» 

«Un film di grande sensibilità e desiderio... Una meditazione sul fenomenale, manifestato come natura, biologia, parentela e desiderio sessuale»

«Entrambi sapevamo che era il nostro ultimo film, un ultimo progetto comune, un regalo d’addio, le ultime parole d’amore» 


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