Film dal piccolo budget, girato praticamente in soli dodici giorni, racconta di Gio Brezzi (interpretato da un azzeccatissimo Joe Dallessandro), un detenuto fuggito dal carcere che tenta di recuperare il suo bottino nascosto sotto il camino di un casolare in campagna, con sorpresa però lo trova occupato da due sorelle e un uomo borghese (marito di una delle due), che sono in vacanza. Gio spiando dalla finestra come un voyeur, sarà testimone dell'adultero tra l'uomo e la sorella della moglie e aspetterà che quest'ultima sarà sola per fare irruzione nel casolare e recuperare il bottino.
Il film ha una trama essenziale, a tratti appena abbozzata, i dialoghi sono ridotti all'osso e spesso banali, ma riesce a fare dei silenzi la sua forza. Fernando Di Leo lascia che i corpi dei suoi personaggi si esprimano attraverso la violenza e la loro sessualità e che quest'ultima invada prepotentemente il loro equilibrio psicologico, rompendo e costruendo nuovi rapporti sentimentali, creando così un'atmosfera continuamente ambigua e tesa tra i quattro personaggi, che rimangono rinchiusi nel casolare per gran parte della durata del film a disputarsi fiducia e compromessi. Un potente mix di musiche prese in prestito da "Milano Calibro 9" composte da Luis Bacalov ed eseguite dagli Osanna e dai New Trolls guidano insistentemente i loro corpi, in lunghi amplessi oltre la logica narrativa, in un lirismo senza tempo, accrescendo il pathos fino al finale, che è notevole visto le premesse della pellicola, dove il teso contrasto tra l'erotismo e la violenza implode nella tragedia.
Definito dal critico Marco Giusti come «un folle thriller con risvolti sadici di una certa efficacia girato in dodici giorni», è indubbiamente un film minore del regista, per alcuni classificato anche come b-movie, ma di indiscutibile fascino, guardandolo non si può non pensare a quanto Quentin Tarantino sia debitore di Di Leo! Spicca l'interpretazione di Lorraine De Selle, che malgrado abbia un personaggio relegato all'erotismo (non a caso appare continuamente denudata) riesce a darli spessore con il suo sguardo torbido e cupo.
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