Primo film di Andrzej Żuławski girato all'estero, dopo esser emigrato in Francia dalla Polonia a causa della censura del suo ultimo Diabel uscito nel 1972.
Il film racconta la storia di Nadine - interpretata dalla stella del cinema francese Romy Schneider - un'attrice fallita che è costretta a recitare in film estremi a luci rosse per sopravvivere. Durante il set di un film conosce il fotografo Servais, interpretato da Fabio Testi, dal quale nascerà un forte sentimento. Ma Nadine è spostata con Jacques, un uomo disoccupato che lei stessa mantiene. Servais conoscerà Jacques e non farà nessun passo falso per ferirlo, ma il suo amore per Nadine lo porterà ad aiutare la coppia economicamente mettendo in pericolo la sua stessa vita e distruggendo indirettamente il rapporto già fragile tra Nadine e Jacques.
"L'importante è amare" è un film pervaso da atmosfere lugubri e barocche, dove emergono volti pallidi e assetati di perversione come vampiri che ricordano le pitture di Munch e Grosz; veniamo immersi in un'aria sociale così malata, decadente e violenta che per gli occhi dello spettatore l'amore tra Nadine e Servais sembra un sogno impossibile. Il film contiene tutta la cifra stilistica tipica dei film di Zulawski: recitazione portata agli eccessi al limite degli isterismi, personaggi borghesi rappresentati in maniera grottesca e inquietante, e sopratutto una fotografia estremamente curata, dalle tonalità cupe e malinconiche.
Ma al di sopra di ogni aspettativa è il finale del film, che per quanto sofferto, darà speranza, forse perché risponde al sentire dello stesso regista rifugiato e accolto in una Francia che gli promette di continuare la sua attività artistica. Così l'amore brillerà da quel mondo oscuro come il bellissimo volto di Nadine nel finale, illuminato dalla luce del sole che filtra dal vetro di una finestra, mentre si avvicina al corpo insanguinato del suo amato, in una delle sequenze più potenti ed emozionanti della storia del cinema.
Romy Schneider ci dona una performance straordinaria, giustamente riconosciuta con un Premio César, probabilmente la migliore della sua carriera. Il resto del cast non è da meno, basti pensare alla presenza del malinconico Klaus Kinski nei panni dell'amico di Servais. Ma uno degli elementi più interessanti e riusciti del film è certamente la suggestiva colonna sonora composta dal grande compositore francese Georges Delerue, che entra ritualmente nelle scene con il suo "calore", quando gli sguardi dei due amanti si incontrano, donando una forza metafisica alle immagini. Una forza raggiunta dal compositore solo un'altra volta quando compose le musiche de Il Disprezzo girato da Jean-Luc Godard nel 1963.
Il film è disponibile in Italia in DVD, potete acquistarlo su questo link.
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