sabato 20 novembre 2010

Giochi proibiti (1952)

Seconda guerra mondiale, prologo tragico: carovane di profughi si ritirano frettolosamente in Francia di fronte all'avanzata delle truppe tedesche. In seguito al mitragliamento dell'aviazione nemica, Paulette, una piccola parigina di cinque anni si allontana dai suoi genitori per inseguire il suo cane, i genitori andranno in suo soccorso ma verranno colpiti dagli spari di un mitra, Paulette rimarrà sola stringendo tra le braccia il cagnolino anch'esso morto. Scapperà e incontrerà Michel Dollè, un contadinello poco più grande di lei, il quale la guiderà alla casa dei suoi genitori.
I genitori di Michel, dopo qualche ripensamento, prenderanno in custodia la piccola Paulette e con morbosa curiosità chiederanno alla piccola di raccontare i tragici eventi della guerra di cui è stata testimone. La piccola Paulette rimane muta, i suoi occhi ingenui sono perduti e per la stanchezza si addormenta. Nella notte comincia ad avere strani incubi e metabolizza il dramma con un'esasperata e rituale attenzione verso il corpo morto del suo cagnolino, al quale rimane legatissima. Michel le parlerà della morte e della sepoltura, così la piccola il giorno seguente si appresterà a seppellire il suo cagnolino di nascosto. Quando Michel lo scoprirà l'aiuterà e le dirà di voler creare un piccolo cimitero, così il suo cagnolino non sarà solo.

- "Cos'è un cimitero?"
- "È la casa dei morti. Così stanno tutti insieme."
- "Perché stanno tutti insieme?"
- "Per non annoiarsi!"

I due bambini, all'insaputa degli adulti, si nascondono dentro questo "gioco proibito" dove il cimitero, amaro riflesso dell'angoscia della morte e della guerra, diventa l'unica fonte di ispirazione, l'unica forma efficace di evasione per esorcizzare il dolore e la crudeltà. E in seguito diverrà persino una dura prova d'amore tra i due piccoli protagonisti. Questo scenario complesso è diretto da René Clèment con grazia e lucidità, riuscendo a non cadere nei buoni sentimenti, mostrando una capacità impressionante nel cogliere sfumature emotive così sottili, che riverberano nella recitazione dei due piccoli interpreti Georges Poujouly e Brigitte Fossey. C'è un ripetitivo ma sensibile uso della colonna sonora di Narciso Yepes, è un brano semplice, minimalista, con la quale lo spettatore ne risponde subito con diretta commozione. Ma probabilmente l'aspetto più riuscito di questo film è lo sguardo d'amore innocente e puro condiviso dai due protagonisti, in netto contrasto al mondo adulto ormai indurito dagli eventi. È quell'incomunicabilità tra i due mondi, quello adulto e quello dei giardini dell'infanzia, che ci mostra senza patetismi Clement fino all'alienante e straziante epilogo del film, dove l'abbandono è brutale e la ricerca di volti famigliari è vana.
Il film vinse il Leone d'Oro. Rimane uno dei film più belli e tristi su cui mi sia mai capitato di imbattermi nell'orizzonte del cinema sui minori.


Il film è disponibile in DVD nella sua versione italiana distribuita dalla KINOS.

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